ANEDDOTO
IN UFFICIO N. 2
Viveva
sola e nessuno si occupava di lei. Di tanto in tanto qualche nipote andava a
trovarla.
Non avendo eredi in linea retta, aveva deciso di fare testamento in
favore della nipote che più le stava vicina. Venne in ufficio e mi chiese un
appuntamento con il notaio (all’epoca lavoravo con un notaio diverso da quello
con cui lavoro adesso).
Raccogliemmo le sue ultime volontà e, come da prassi,
svolgemmo tutti gli adempimenti di rito.
Dopo una quindicina di giorni tornò.
Pensavo fosse venuta a ritirare una copia del testamento, e invece:
LEI:
Signora Corfina, vorrei un appuntamento con il notaio, devo cambiare il
testamento.
IO: E come mai signora? Ha cambiato idea?
LEI: Sì! Quella non
si merita niente. Ho capito che è interessata solo alla mia eredità.
IO: Ma
no signora, non faccia così. Ci pensi meglio, senza fretta. Aspetti un po’, vede
come si comportano i suoi nipoti e poi prende una decisione definitiva. Lo dico
anche per lei; fare testamento dal notaio non è gratis!
LEI: Lo so, ma non
importa, voglio cambiare testamento!
La signora Esposito fu irremovibile;
le presi un altro appuntamento con il Notaio, venne a fare un altro testamento
annullando il precedente e devolvendo la sua eredità a un’altra nipote.
Dopo
una quindicina di giorni tornò. Ancora una volta pensai che fosse venuta a
ritirare una copia del testamento, e invece:
LEI: Signora Corfina, devo
cambiare il testamento.
IO: Ancora??? Signora, ma ha fatto due testamenti
nell’arco di un mese!!!
LEI: Sì, lo so, ma questa è come quell’altra. Finge
di aver cura di me ma vuole solo la mia eredità; quando ho bisogno di qualcosa
non c’è mai.
IO: Mi spiace tanto signora, è triste sentirsi amati solo per
interesse. Lasci stare tutto, non faccia più niente, spende solo soldi. Da qui a
cent’anni sarà quel che sarà.
LEI: No! Io devo cambiare testamento, non
voglio che questa mia nipote abbia la mia eredità.
IO: Allora faccia un
testamento olografo, lo scrive di suo pugno, annulla le sue precedenti
disposizioni testamentarie, me lo porta qui in ufficio e glielo custodiamo in
cassaforte, almeno così spende di meno.
LEI: Ma è valido lo stesso? Può
essere impugnato? E se quando sarò morta dicono che è falso?
IO: Potrebbe
accadere, certo. In ogni caso signora, se decide di fare un altro testamento qui
da noi, è piuttosto insolito che si cambi testamento in continuazione; quindi,
sebbene lei sia lucidissima, sarebbe opportuno che lei mi portasse un
certificato medico che attesti la sua capacità di intendere e di
volere.
La signora mi guardò un po’ sconcertata, mi disse che ci avrebbe
pensato e che mi avrebbe fatto sapere. Dopo diverso tempo, non saprei dire
quanto, mi telefonò:
LEI: Signora Corfina?
IO: Buongiorno signora
Esposito, dica (sentendomi chiamare “signora Corfina” avevo capito esattamente
chi fosse la mia interlocutrice).
LEI: Signò, so’ caduta, mi sono rotta il
femore. Non posso venire allo studio, ma voglio cambiare testamento.
IO: Mi
spiace tanto signora, come sta? Posso fare qualcosa per lei?
LEI: Signò, ho
scritto un testamento “olocrifo”, come avete detto voi; ve lo porto appena posso
camminare di nuovo.
IO: Va bene signora, l’aspetto.
LEI: Signora Corfina,
voi siete proprio una brava donna, ma ricordatevi, io so’ sana di
mente.
……….
Non ho più visto ne’ sentito la signora Esposito, credo sia
passata da tempo a miglior vita, ma la ricordo ancora con tenerezza… chissà a
chi sarà andata la sua eredità!
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