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domenica 13 luglio 2014

Gli aneddoti di Delfina

Delfina Ruocco
Delfina Ruocco 13 luglio 20.42.45
ANEDDOTO IN UFFICIO N. 2

La signora Esposito (non è il suo vero cognome, per ovvi motivi non posso menzionare quello vero) era una donna anziana. Non riusciva a ficcarsi in testa il mio nome, per lei ero la “signora Corfina”. Non ricordo se era vedova o se non si fosse mai sposata, ma di certo non aveva figli. 
Viveva sola e nessuno si occupava di lei. Di tanto in tanto qualche nipote andava a trovarla. 
Non avendo eredi in linea retta, aveva deciso di fare testamento in favore della nipote che più le stava vicina. Venne in ufficio e mi chiese un appuntamento con il notaio (all’epoca lavoravo con un notaio diverso da quello con cui lavoro adesso). 
Raccogliemmo le sue ultime volontà e, come da prassi, svolgemmo tutti gli adempimenti di rito.
Dopo una quindicina di giorni tornò. Pensavo fosse venuta a ritirare una copia del testamento, e invece:

LEI: Signora Corfina, vorrei un appuntamento con il notaio, devo cambiare il testamento.
IO: E come mai signora? Ha cambiato idea?
LEI: Sì! Quella non si merita niente. Ho capito che è interessata solo alla mia eredità.
IO: Ma no signora, non faccia così. Ci pensi meglio, senza fretta. Aspetti un po’, vede come si comportano i suoi nipoti e poi prende una decisione definitiva. Lo dico anche per lei; fare testamento dal notaio non è gratis!
LEI: Lo so, ma non importa, voglio cambiare testamento!

La signora Esposito fu irremovibile; le presi un altro appuntamento con il Notaio, venne a fare un altro testamento annullando il precedente e devolvendo la sua eredità a un’altra nipote.
Dopo una quindicina di giorni tornò. Ancora una volta pensai che fosse venuta a ritirare una copia del testamento, e invece:

LEI: Signora Corfina, devo cambiare il testamento.
IO: Ancora??? Signora, ma ha fatto due testamenti nell’arco di un mese!!!
LEI: Sì, lo so, ma questa è come quell’altra. Finge di aver cura di me ma vuole solo la mia eredità; quando ho bisogno di qualcosa non c’è mai.
IO: Mi spiace tanto signora, è triste sentirsi amati solo per interesse. Lasci stare tutto, non faccia più niente, spende solo soldi. Da qui a cent’anni sarà quel che sarà.
LEI: No! Io devo cambiare testamento, non voglio che questa mia nipote abbia la mia eredità.
IO: Allora faccia un testamento olografo, lo scrive di suo pugno, annulla le sue precedenti disposizioni testamentarie, me lo porta qui in ufficio e glielo custodiamo in cassaforte, almeno così spende di meno.
LEI: Ma è valido lo stesso? Può essere impugnato? E se quando sarò morta dicono che è falso?
IO: Potrebbe accadere, certo. In ogni caso signora, se decide di fare un altro testamento qui da noi, è piuttosto insolito che si cambi testamento in continuazione; quindi, sebbene lei sia lucidissima, sarebbe opportuno che lei mi portasse un certificato medico che attesti la sua capacità di intendere e di volere.

La signora mi guardò un po’ sconcertata, mi disse che ci avrebbe pensato e che mi avrebbe fatto sapere. Dopo diverso tempo, non saprei dire quanto, mi telefonò:

LEI: Signora Corfina?
IO: Buongiorno signora Esposito, dica (sentendomi chiamare “signora Corfina” avevo capito esattamente chi fosse la mia interlocutrice).
LEI: Signò, so’ caduta, mi sono rotta il femore. Non posso venire allo studio, ma voglio cambiare testamento.
IO: Mi spiace tanto signora, come sta? Posso fare qualcosa per lei?
LEI: Signò, ho scritto un testamento “olocrifo”, come avete detto voi; ve lo porto appena posso camminare di nuovo.
IO: Va bene signora, l’aspetto.
LEI: Signora Corfina, voi siete proprio una brava donna, ma ricordatevi, io so’ sana di mente.
……….
Non ho più visto ne’ sentito la signora Esposito, credo sia passata da tempo a miglior vita, ma la ricordo ancora con tenerezza… chissà a chi sarà andata la sua eredità!

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