Il parto naturale: intervista ad Anna Ruocco, ostetrica
Anna Ruocco, ostetrica esperta in parto a domicilio e parto fisiologico dell’ospedale ginecologico Sant’Anna di Torino, ha accettato di parlarci della propria esperienza in un momento particolare della propria vita professionale. Anna sta avviando, parallelamente al proprio lavoro con l’Oirm, un’associazione che si occuperà di maternità consapevole, assistenza alla gravidanza, puerperio, informazione sulla sessualità, nascita e molto altro. Pensiamo che il suo punto di vista sia davvero prezioso e arricchente. Ad una visione non ideologica del parto, maturata negli anni attraverso la propria esperienza accanto alle donne, Anna affianca una capacità non comune di parlare di temi non sempre facili, in modo straordinariamente umano.
Ciò che ci colpisce in modo particolare è la sua fiducia nelle donne e nella loro capacità di scelta. Anna sa esprimere a parole, perché la incarna, la grande energia femminile. Grazie alle sua parole capiamo come sia importante saper riconoscere la forza delle donne. Una società che applicasse questa pratica su larga scala, potrebbe fare molto per il proprio futuro. Non parliamo di potere o supremazia, parliamo di riconoscimento. Che le donne vogliano o meno avere figli, che scelgano una vita lavorativa o di prevalente accudimento, la valorizzazione del loro contributo sarebbe auspicabile per il bene di tutti.
Anna ci ha parlato di nascita naturale, di percezione della salute, di luogo del parto e del secondamento (nella nostra società la nascita della placenta è una specie di tabù, se ne parla pochissimo).
Abbiamo fatto un piccolo collage di alcuni momenti particolarmente importanti della lunga intervista che ci ha concesso in un bellissimo giardino del parco del Valentino. Speriamo che ti piaccia!
Gli spunti di riflessione sono infiniti. Vorremmo, partendo proprio da Anna, approfondire la conoscenza di persone che si occupano di nascita e affrontare altri aspetti su cui troppo spesso cade il macigno della rimozione! Vorremmo parlare della sofferenza del travaglio, rappresentata dal cinema e dai mass media come qualcosa di disumano e molto vicino alla punizione divina e, invece, molto diversa nella pratica, quando la donna viene lasciata libera di esprimersi e sostenuta. Vorremmo affrontare questo punto perché pensiamo che ci sia un certo terrorismo sul “dolore” del parto e che poche siano le informazioni sulle tecniche che possono aiutare a vivere questa sofferenza in modo attivo e senza paura : )
Tu cosa ne pensi? Credi che l’anestesia sia l’unico modo di gestire la sofferenza del parto?
Conosci strumenti alternativi? Parlacene!!
Conosci strumenti alternativi? Parlacene!!
Articolo di Elena Bottari
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