Di tanto
in tanto, come vi ho accennato nella precedente nota, raccolgo per iscritto gli
episodi più divertenti che mi accadono in ufficio. Se vi fa piacere, ve ne
regalo uno.
ANEDDOTO IN UFFICIO
Preambolo
L’ufficio in cui lavoro è situato al primo piano di un antico fabbricato del centro città. Un tempo l’ascensore non c’era; è stato installato qualche anno nell’ampia tromba delle scale.
L’impianto però non parte dal piano terra. Per poterlo utilizzare per i piani superiori bisogna salire a
piedi fino al pianerottolo del primo piano dove c’è l'ufficio nel quale lavoro.
Un altro
“pezzo” del mio ufficio che si occupa prevalentemente delle pratiche di
mutuo dove lavorano due mie colleghe, è al piano sopra al nostro e quindi al
secondo piano.
Detto
questo, ecco l’episodio.
Entra nell'ufficio del primo piano un signore non giovanissimo, visibilmente affaticato per aver salito le scale; riprende fiato e si rivolge al collega alla ricezione chiedendo di avere informazioni su una pratica di mutuo che lo riguarda. COLLEGA: Deve andare al piano di sopra, la prima porta a sinistra delle scale. CLIENTE: Ati scale? Je nun c’ia faccio, m’ammanca ‘o sciato. (Altre scale? Non ce la faccio, mi manca il fiato.) COLLEGA: Se vuole, può prendere l’ascensore. Il cliente esce, entra in ascensore e pensando di dover salire al primo piano pigia il pulsante “
Le porte
si chiudono e dopo qualche istante si riaprono. Naturalmente l’ascensore non
si è mosso di un solo millimetro, ma lui non essendosene accorto, è convinto
di essere al piano superiore.
Suona il campanello e entra… si guarda intorno disorientato e si rivolge di nuovo al mio collega: CLIENTE: Ma vuje state pure ccà? …....... Naturalmente siamo scoppiati tutti a ridere. |
lunedì 30 giugno 2014
Gli aneddoti di Delfina Ruocco.
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